

WENGIER
Domaine Vincent Wengier gestisce 26 ettari di vigneti, distribuiti su quattro denominazioni: Chablis, Petit Chablis, Aligoté, Bourgogne Chardonnay e il Bourgogne rouge, l’ ultimo piantato, raccolto per la prima volta nel 2021. Gli elementi identificativi dello Chablis sono i terreni argilloso-calcarei con sottosuoli del Kimmeridgiano, contraddistinti cioè dalla presenza di calcare e marne dell’alto giurassico inframezzato da fossili marini risalenti a circa 145 milioni di anni fa. Sono proprio questi fossili i responsabili di quelle note sapide, iodate e quasi salmastre che si percepiscono in alcuni vini dello Chablis. Le viti di Vincent Wengier sono coltivate a filari stretti in pieno stile borgognone. Da più di due anni la tenuta si è convertita al regime biologico ed è certificata HVE (alto valore ambientale), indice del suo impegno a sviluppare e tutelare fauna e flora del territorio in cui opera.
Il metodo

Dopo una vendemmia meccanica, le uve vengono pigiate rapidamente per evitare qualsiasi ossidazione e macerazione. La pressatura avviene in due presse pneumatiche a bassa pressione. I succhi così raccolti vengono raffreddati e decantati, vale a dire che i succhi limpidi vengono separati dalle particelle di buccia o polpa d’uva. Il mosto viene conservato in serbatoi di acciaio inox termoregolati. Ora può iniziare la fermentazione alcolica che è piuttosto lunga, infatti, dura circa un mese. Terminati questi, è il turno della fermentazione malolattica, che è la trasformazione dell’acido malico in acido lattico da parte dei batteri. Ciò conferisce maggiore rotondità ai vini. Dopo tutto questo duro “lavoro” il vino viene lasciato riposare sulle proprie fecce fini per 8-10 mesi in modo tale da continuare ad arricchirsi di consistenza e aromi.