VAUVERSIN

Le bellissime vigne, fittamente inerbite, di questa azienda familiare, si trovano in un luogo leggendario della Champagne, ossia la campagna di Oger, comune di livello Grand Cru in piena Côte des Blancs, tra vene di gesso di un bianco abbagliante e inserti di marna calcarea, in cui il sasso, fratturato e aguzzo, emerge a banchi da una sorta di cemento argilloso. Vauversin ha, tra i suo non pochi primati, anche quello di essere stata la prima cantina certificata in biologico del suo comune (anno 2014), a completare un percorso di viticoltura iniziato attorno al 1640. Nei vigneti, non vi è mai stato altro che Chardonnay, ad assecondare la vocazione secolare della dorsale a sud di Epernay. Fu Fernand Vauversin ad avviare l’imbottigliamento, circa un secolo fa; Bruno e Laurent, padre e figlio che ne proseguono l’opera, ne sono nipote e pronipote, e lavorano i 3 ettari di proprietà traendone Champagne intensi e gentili insieme, di meticolosa fattura ma dei quali non può sfuggire il tratto sottilmente agreste, artigianale nel senso più nobile. C’è chi ha scritto come i vini di Laurent tendano ad assomigliare al loro creatore: «semplici, discreti, garbati, ma incisivi e profondi, e capaci di farsi ricordare». Ebbene, non si poteva dir meglio.

Il metodo

Laurent Vauversin è un esempio di récoltant riflessivo quanto talentuoso. Molte delle scelte sue e di suo padre, in vigna come in cantina, erano controcorrente all’epoca in cui sono state fatte, quasi venti anni fa, e diverse lo sono ancora. All’inerbimento e alla sostenibilità del regime agricolo s’è già accennato; le fermentazioni sono sempre spontanee, le solfitazioni a livelli tra i più bassi noti a chi scrive nell’intera Champagne, la “mano” in generale molto delicata e i tempi di maturazione piuttosto lunghi; lo stile dei vini ne sortisce elegantissimo nel senso di “non vistoso”. I dosaggi, anche per via della magnifica situazione pedologica dei vigneti familiari, dalle maturazioni costantemente inappuntabili, sono sempre stati bassi, senza che i vini ci siano mai sembrati taglienti né crudi. Purtroppo, la produzione è, per i parametri della zona, confidenziale: in media, non raggiunge le 20.000 bottiglie annue, sommando tutte le etichette.