THALVIN-GRAILLOT

La viticoltura del Marocco, nella fascia tra i monti dell’Atlante e il mare che ha Rabat e Casablanca come centri nevralgici, ha origine arcaica – rimonta ai Fenici e ai Romani – e dignità che va ben oltre l’esotico. Rivitalizzata dal protettorato francese dopo che la produzione transalpina era stata azzerata dalla fillossera, essa ha conosciuto dopo il 1956 un periodo di depressione, dovuto alla brusca contrazione dell’export e all’esodo degli enotecnici francesi e del loro savoir-faire. Nel 1923, tuttavia, una società belga aveva avviato la prima attività locale di viticoltura moderna, il Domaine des Ouled Thaleb (3.000 ettari di argille rosse, a 50 km da Casablanca), il quale è tuttora in piena attività e sta per festeggiare i suoi primi cent’anni. Di proprietà oggi della Thalvin-Ebertec, la storica cantina marocchina ha realizzato nel 2005 una joint-venture con un produttore-mito del Rodano quale Alain Graillot per la messa a punto di una linea produttiva comune. Da questa collaborazione, tornata a unire le due sponde del Mare Mediterraneo, stanno nascendo vini di entusiasmante bontà e prezzo a dire poco concorrenziale, come il Tandem, un Syrah che può essere divertente – e assolutamente perfido – proporre alla cieca chiedendo di indovinare con tre tentativi di dove arrivi un rosso tanto fresco, suggestivo e brillante.

Il metodo

Le uve arrivano dalla zona dalla denominazione di origine “Zenata”, una delle più importanti delle 14 del paese nordafricano. La vendemmia è effettuata a mano, e le fermentazioni, dopo pressatura dolcissima, hanno luogo in vasche di cemento a temperatura controllata. A seguire, metà del vino viene travasato in barrique francesi usate, e ivi matura per 24 mesi prima dell’assemblaggio con la parte rimasta in cemento. Con il marchio Thalvin-Graillot viene prodotto anche un delizioso Rosé da uve Cinsault, un rosato “di pressa” che svolge fermentazione alcolica (non malolattica, inibita) e maturazione in solo acciaio.