SOLCI

Cesare, Angelo e Piero Solci sono state o sono figure decisive nella vicenda del vino italiano; non lo asseriamo noi, lo abbiamo sentito dire a più riprese da alcuni dei più grandi produttori del paese, a dir poco grati alla loro attività – iniziata da Cesare nel 1938 – di divulgazione, diffusione, acculturamento, educazione al gusto. La “cattedra” dalla quale distribuiva saperi e sapori era la sua enoteca di Milano, prima in Via Poliziano, poi in Corso XXII Marzo, e infine in via Morosini, quando i tre figli di Cesare (Felice, Angelo e Piero) rilevarono il padre nella gestione. Fu una stagione di fermento irripetibile, con Piero e Angelo, gemelli, a far da motore; il primo agronomo e biochimico, il secondo enologo diplomato ad Alba e figura-chiave dell’appena nata AIS. Dal 1981, la famiglia –pioniera anche nell’importazione di Champagne di piccoli récoltants – produce a sua volta Metodo Classico in Oltrepò Pavese, attraverso cui trasmettere – parole loro – “la nostra conoscenza e il nostro stato d’anima” – proprio con la “a”. E come avrete intuito, i Solci dispongono di entrambe le cose, anima e conoscenza, in una quantità che pare infinita, e che per fortuna intendono ancora condividere con noi, come da 83 anni a questa parte.

Il metodo

Angelo e Piero Solci producono cinque etichette di spumante a metodo classico battezzate “Solci’s”, di cui due di Rosé. Le uve utilizzate sono quelle della Champagne, Chardonnay e Pinot Noir, affiancate da piccole percentuali di autoctone; sono coltivate in vocatissimi impianti in diverse zone dell’Oltrepò e sempre a rilevanti quote altimetriche, su marne, sabbie, arenarie e gessi. Le prese di spuma vanno dai 36 mesi dei prodotti d’ingresso ai 72 di quelli di maggior rilievo e ambizione; la raffinatezza della “bolla”, la calibrazione della freschezza e la setosità del tatto sono le caratteristiche comuni a tutti i vini.