

NOVAIA
La stradina per Novaia che arriva da Marano, serpeggiando tra boschi e poderi, porta in una specie di altrove, alto e ventoso; dalla cima, dove si trova la villa padronale del XV secolo detta propriamente “Novaia” (aia nuova) si inquadra da ogni lato un panorama meraviglioso, che sale ancora verso lontane terrazze, o scende verso la valle di Marano e, più oltre, verso Verona. La famiglia Vaona è qui da oltre trecento anni; vi ha prodotto nel tempo granturco, olio, ciliegie e finanche bachi da seta, ma da quattro generazioni è concentrata sul tesoro del luogo: il vino. I fratelli Cesare e GiamPaolo Vaona, e i rispettivi figli Cristina e Marcello, proseguono così una tradizione che perdura da fine Ottocento, lavorando 7 ettari di vigneti divisi in tre appezzamenti: Le Novaje, l’unico a pergola veronese, I Cantoni e Le Balze, a guyot su gradoni. Il “listino” aziendale è il più classico concepibile nella zona, e lo stile dei vini, morbido e generoso ma improntato a sobrietà e freschezza, lo è altrettanto.
Il metodo

Tutti i vini sono biologici certificati. La raccolta delle uve si effettua manualmente; i protocolli di vinificazione che seguono sono semplici, e differiscono leggermente tra loro adattandosi ai diversi vini prodotti; denominatori comuni sono la fermentazione spontanea e la criomacerazione pre-fermentativa allo scopo di preservare freschezza e aroma. Il goloso Valpolicella d’annata è l’unico vino a fare solo acciaio, mentre tutti gli altri maturano in legni di media capacità, per tempi diversi. Le uve per i due Amarone (Le Balze e Corte Vaona) subiscono appassimento di 100 giorni, quelle del Recioto per 140 e oltre.