MARCO SAMBIN

Da una storia familiare incredibile non poteva che nascere un progetto singolare. Marco Sambin, anzi, il Professor Marco Sambin, ordinario di Psicologia all’Università di Padova – «e vignaiolo», aggiunge – ha avuto un padre famoso: fu il Paolo Sambin cui Padova ha dedicato una strada, Professore di Storia Medievale e studioso della materia tra i più insigni del Novecento. Gli altri tre figli di Paolo, Giovanni, Michele e Marta, sono a loro volta tutti insegnanti universitari tra Padova e Venezia, ed ecco in breve illustrato in quale elevato contesto culturale si muovano la personalità e il progetto vinicolo di Marco, nel paradiso naturale dei Colli Euganei. Sul versante esposto a sud di uno dei coni vulcanici della zona, a Valnogaredo, l’azienda lavora dal 2002 circa 3 ettari di vigneto a terrazze, recuperate dall’abbandono e reimpiantate; vi allignano oggi quattro varietà rosse, le tre bordolesi e la Syrah, e una bianca, l’autoctona Garganega. Il regime agronomico, in biodinamica dal 2011, non contempla l’uso di prodotti di sintesi ma solo rame, zolfo, compost vegetali e oli essenziali. Il tutto dà vita a vini originali, profumati, sapidi e intensi, dall’energico taglio bordolese a nome Marcus alle ben quattro versioni di Garganega (rifermentata, ferma, macerata e passita).

Il metodo

Come ovvio trattandosi di uve con epoche diverse di maturazione, la vendemmia e la vinificazione dei rossi vengono svolte per varietà, ma tutte con le stesse linee-guida. La diraspatura è totale, la fermentazione (con pied de cuve, senza inoculo) avviene in acciaio con controllo delle temperature, e la sosta sulle bucce varia da 10 a 18 giorni. Dopo la svinatura, i singoli vini vengono trasferiti in barrique e svolgono spontaneamente la fermentazione malolattica. Al termine di un anno e mezzo di maturazione, avviene l’assemblaggio; prima della messa in commercio, tuttavia, si concede ai vini una ulteriore, significativa doppia sosta di affinamento, prima in acciaio e poi in vetro.