

DOMAINE TAWSE
Si tratta, se ci passate l’espressione, della prestigiosa “costola” della Maison Marchand-Tawse i cui vini sono ottenuti da vigne di proprietà. Con l’acquisizione (2011-2012) da parte dell’imprenditore canadese Moray Tawse del Domaine Maume di Gevrey e del suo spettacolare ventaglio di parcelle nelle zone più celebrate della Côte d’Or, si è andato così costituendo un listino che mozza il fiato, e che ci riempie d’orgoglio ogni volta che lo mostriamo. Ciò che più ci ha sorpresi in questi anni, per dirla tutta, è che il carattere misterioso e carismatico dei vecchi vini di Bertrand Maume non si è affatto banalizzato – come accade sovente in questi casi – con l’arrivo dei nuovi acquirenti. Anzi, l’opposto: pur con una innegabile, nuova enfasi sulla freschezza del frutto, il fascino di questi rossi non ha fatto che aumentare. Del resto, sono tutti di nobili natali: rivendicano in etichetta come luoghi di origine vigne di classe superiore quali i Premiers Crus Teurons e Clos du Roi a Beaune, Lavaux-Saint-Jacques a Gevrey-Chambertin, Fremiets a Volnay, Champs Gain a Puligny-Montrachet, Abbaye de Morgeot a Chassagne-Montrachet, o leggendari Grands Crus come il profondo Mazoyères-Chambertin, l’energico Mazis-Chambertin, e – vertice supremo – il raro Musigny, per il quale ogni aggettivo che non sia superlativo è inadeguato.
Il metodo

Il simpatico enologo inglese Mark Fincham è uno di quei tecnici che associano cuore, preparazione e precisione; il protocollo che segue per ottenere questi grandi vini è piuttosto semplice. Il mosto – da pressatura di acini diraspati, ma talora con piccole percentuali di grappoli interi – viene raffreddato, per un primo contatto con le bucce; si riscalda spontaneamente, e intorno ai 15 gradi le fermentazioni partono da sole. Il vino resta a contatto con le bucce anche oltre le tre settimane, e matura per 20-22 mesi in pièces la cui percentuale di legno nuovo sale con il crescere dell’ambizione del vino. L’aggiunta di anidride solforosa era già bassa nei primi anni del nuovo corso e si è ulteriormente abbassata, azzerandosi del tutto nel caso di alcune recenti, e sorprendenti, cuvées sperimentali.