

DOMAINE DE L’HORIZON
Il paese catalano di Calce, sul versante francese dell’area pirenaica, è celebre nel mondo degli appassionati per essere un autentico patchwork geologico di calcari, ardesie, sabbie e scisti, e un sensazionale terroir da vino. Al traino di Gérard Gauby, che della zona è stato il vero trascinatore, sono sorte diverse aziende interessanti, tra cui il Domaine de l’Horizon, nato quindici anni fa dall’idea del tedesco Thomas Teibert. Questi aveva accumulato esperienze sufficienti (come enologo in Italia, da Manincor, consulente per altri tra Bordeaux e Mosella, e poi come direttore vendite del mitologico bottaio austriaco Stockinger) per tentare la via della produzione in proprio. In proprio, e insieme, se ci passate il gioco di parole, in piccolo e in grande: quelli del suo Domaine sono purtroppo autentici vins de garage, prodotti in quantità confidenziali, ma sono uno per l’altro dei veri gioielli per fattura, dettaglio, freschezza e carattere minerale. Negli anni, Thomas è passato da 2,5 a quasi 17 ettari di vigne, in cui trovano posto, in interpretazioni geniali e coinvolgente, le varietà della Francia mediterranea: Carignan, Grenache, Syrah, e in bianco Macabeu, Grenache Gris e Muscat à Petits Grains. L’età media delle piante supera i 70 anni.
Il metodo

È interessante constatare come un consulente dalla preparazione tecnica profonda come Teibert si orienti su un “non-interventismo” radicale in cantina al momento di produrre in prima persona. Tant’è: in vigna si applicano i metodi biodinamici, le operazioni sono tutte manuali e le fermentazioni di uve lasciate sempre “a grappolo intero” avvengono senza inoculo di lieviti selezionati tra acciaio, cemento e legni di varie forme e dimensioni; l’uso dei coadiuvanti enologici è quasi nullo: si limita a poca solforosa all’imbottigliamento (i vini escono con meno di 35 mg/l di solforosa totale).