DELAVENNE

C’è una Champagne dei nomi altisonanti, delle dimore sontuose e delle grandi soirées in abito elegante, e una a fianco, in penombra, avamposto di intellligenza, di sapere e di saper fare contadino. Jean-Louis Delavenne, così come suo figlio Jean-Christophe, appartiene alla seconda genìa, e nonostante il suo assoluto understatement comunicativo e la produzione limitata ha una certa popolarità presso il pubblico dei gourmets di tutto il mondo. La spiegazione è semplice: il suo Champagne è uno dei preferiti dai più bravi sommeliers della regione, e di conseguenza è presente nelle rispettive carte dei vini. Ed è altresì facilissimo capire il perché di questa preferenza: basta assaggiare per verificarne la stupefacente duttilità a tavola, dove gli Champagne – 100% Grand Cru! – di questa piccola Maison sanno seguire praticamente qualsiasi preparazione. La cantina si trova a Bouzy, nella sezione orientale della Montagne de Reims, ma le vigne sono disseminate anche in altri luoghi magici della Champagne, come Ambonnay e Cramant; si lavorano uve da 10 ettari totali e non si arriva a 70.000 bottiglie all’anno.

Il metodo

La finezza aromatica e di trama e la sottile eleganza salina del finale di bocca sono i fattori qualificanti di tutti gli Champagne di Delavenne. Si pone grande attenzione al vino di base, ottenuto da vendemmie anticipate e poi affinato più a lungo del consueto, cioè fino all’estate dopo la raccolta. Non viene mai svolta la fermentazione malolattica, e i dosaggi sono sempre almeno di media entità, al fine di riequilibrare le sensazioni acidule considerate in azienda come irrinunciabile elemento di tensione e vitalità nel vino.