

DAVIDE PELLIZZARI
Diceva di sé Albert Einstein: “Non ho nessun talento particolare, sono solo un curioso pieno di passione”. Ci permettiamo di considerare scherzoso il primo assunto, ma quanto al secondo è in effetti plausibile che, mossi e alimentati dalla passione, si possano ottenere risultati insperati, non necessariamente ai livelli di Einstein. Formatosi in Borgogna e Toscana prima, nella Langa di Alba poi (dove tuttora lavora), Davide Pellizzari fa esattamente questo con il vino, appunto la sua passione. Il suo progetto personale, iniziato nel 2013, in questi anni si è andato consolidando: acquista uve di Nebbiolo da un contadino del Roero e le trasforma in vino – un unico vino, in denominazione Langhe Nebbiolo – mettendo in pratica quanto imparato fin qui. Va da sé che le quantità prodotte siano confidenziali; era invece meno scontato che il Nebbiolo di Davide fosse di così rarefatta eleganza e irresistibile bontà, tutto giocato sulla delicatezza della rosa e del frutto selvatico ai profumi, e su una trama solida, ma a suo modo lieve, al palato. Anche per la giovane età di Davide, questa sarà una traiettoria da seguire con attenzione, perché abbiamo il sospetto che in Langa sia nata una stella.
Il metodo

Protocollo semplice, rispettoso e poco interventista: le uve, raccolte a mano in due impianti per complessivi 1,9 ettari su marne sabbiose, sono vinificate in vasche di acciaio, in parte a grappolo intero e in parte diraspate. I tenori di solforosa sono assai bassi. A seguire, si immette il vino in piccoli fusti usati da 300 litri, dove sosta per un anno svolgendovi anche la malolattica; il secondo anno di affinamento è invece svolto in bottiglia, e la commercializzazione avviene quindi di solito nel mese di settembre del secondo anno dalla vendemmia.