CLOS SALOMON

Il piccolo comune di Givry, perla della Côte Chalonnaise, non ha davvero nulla da invidiare a livello di profondità storica ai più celebri e antichi villaggi della vicina Côte d’Or se non, forse, la fama universale. Ne nascono i migliori rossi della sua regione: vini brillanti, profumati, estroversi, eppure sobri e longevi. Prova della sua secolare vocazione è un Domaine come Clos Salomon, attivo qui come minimo da settecento anni: la vigna di cui porta il nome forniva il prezioso nettare ai Papi durante la cattività avignonese – cioè per tutto il secolo XIV – e il vino favorito alla corte di re Enrico IV di Borbone, due secoli dopo. Ludovico du Gardin, comproprietario attuale, è il rampollo della famiglia che si tramanda il Clos in linea ereditaria diretta dal 1632, e per quanto i tempi, il clima e le metodologie di vigna e di cantina siano cambiati radicalmente, cerca di mantenere il Domaine lungo la stessa rotta di sempre. Quella cioè di una pervicace adesione al canone tradizionale del vino di Borgogna: freschezza, leggiadria, eleganza e profumo da un lato, carattere, sostanza e longevità dall’altro. Dei 12 ettari circa di vigneto, 0,4 sono nel Premier Cru di Givry La Grande Berge, 2,2 nel Premier Cru di Montagny detto “Le Clou”, e 9,6 pertengono al Clos Salomon propriamente detto, glorioso “monopole” e fiore all’occhiello della cantina e del comune di Givry: un vino che immancabilmente premia chi lo sa attendere con il piacere del profumo e del gusto e con quello dell’emozione che dà bere un sorso di storia.

Il metodo

Clos Salomon è azienda artigianale nel più pieno senso della parola. Le operazioni sono tutte condotte manualmente sotto la direzione dell’altro contitolare, Fabrice Perrotto. Non si somministrano da tempo prodotti di sintesi al vigneto; non si inoculano lieviti per le fermentazioni, che avvengono in fusti di legno usati per tutti i vini; le maturazioni durano un anno, con prudente utilizzo di pièces nuove: un terzo per i rossi e un quinto per i bianchi. Quattro mesi di ulteriore affinamento in vasche di acciaio precedono la messa in bottiglia e la commercializzazione. L’artigianalità si concreta anche nell’interpretazione del millesimo senza schemi rigidi precostituiti; le percentuali e i tempi possono quindi variare in relazione all’andamento stagionale, e a noi questo modus operandi pare garanzia di serietà e buon senso.