CHÂTEAU GOMBAUDE-GUILLOT

Ecco un piccolo paradiso da conoscere, e di cui soprattutto accogliere i vini. Tra vigneti curati come giardini, sulle fini argille rossicce e le sabbie fluviali della Riva Destra, a poche centinaia di metri dalla grande chiesa di Pomerol sorge lo Château Gombaude-Guillot. Qui, dal 1983, i coniugi Claire Laval e Dominique Techer, e dal 2010 con l’aiuto del figlio Olivier, pilotano il loro progetto di agricoltura sostenibile e produzione di Pomerol tradizionali, interpretando a modo loro uno dei più grandi terroir del mondo. Il parco vigne, nel quale il Merlot la fa da padrone, assomma poco più di 8 ettari di estensione, diviso in due parcelle – quella attorno allo Château e quella detta “Clos Plince”, un gioiellino di 1,15 ettari. Tutti i vigneti sono inerbiti e l’età media delle viti supera i 40 anni. La cura amorevole di queste piante, la difesa dell’ecosistema e la delicatezza di mano in cantina sono i segreti della bontà assoluta dei vini qui ottenuti, di stile classico, meravigliosi a tavola: sono morbidi e profumati, tonici e slanciati al sorso, di misurata, elegante persistenza su toni minerali. È la Bordeaux che adoriamo: quella che alla coscienza di un fantastico patrimonio rurale da preservare unisce un savoir faire antico, privo di narcisismi e smanie mercantili, fatto di talento, di vocazione e di garbo.

Il metodo

Le uve, da agricoltura biologica certificata a partire dal millesimo 2000 incluso, sono vendemmiate a mano; i vini sono a seguire ottenuti da diraspatura totale e pressatura molto soffice, fermentazione spontanea in contenitori di cemento o di acciaio, macerazioni di quasi un mese e maturazioni di due anni in barrique di rovere di Allier, con percentuale variabile di fusti nuovi a seconda dell’annata e delle caratteristiche del vino, ma mai oltre il 50%. Il vino va in bottiglia senza filtrazioni, e a quel punto è pronto ad affrontare anche trent’anni di virtuosa, entusiasmante evoluzione. La complessità e la classe delle vecchie annate sono lì a sottolinearlo.